Settembre 30, 2019

Cosa cambierà per il trasporto europeo con la Brexit?

È fissato per il 31 ottobre il termine per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la cosiddetta Brexit, e tutti i Paesi membri si preparano a gestirne le conseguenze.

A peggiorare la situazione, sembra sempre più probabile l’opzione di ‘hard exit’, ovvero l’abbandono senza accordi con Bruxelles che complicherà ulteriormente il quadro per tutti i settori.

Anche l’autotrasporto dovrà adeguarsi al nuovo stato dell’UE: la Federazione Italiana Autotrasportatori (FIAP) mette in guardia le aziende che seguono rotte Oltre Manica e spiega i possibili scenari che dovranno affrontare in futuro.

Il nodo principale è la regolamentazione dei passaggi del confine, anche per evitare fenomeni di concorrenza sleale come il cabottaggio.

Nell’eventualità in cui si riescano a ricostruire i ponti tra Londra e Bruxelles e quindi si trovi una qualche forma di punto di incontro, è probabile che si crei un periodo transitorio in cui varranno accordi bilaterali tra UK e gli altri Paesi: in questo modo si istituzionalizzerebbe il trasporto di merci su strada con uno Stato fuori dall’UE.

Questo tipo di autorizzazione è valida per un singolo viaggio andata e ritorno nel Paese designato, di destinazione o semplicemente di transito.

Se però si proseguisse nella direzione attuale, la mancanza di accordi con Bruxelles costringerebbe gli autotrasportatori a utilizzare autorizzazioni CEMT.

trasporto su strada
 

Secondo quanto stabilito dalla Conferenza Europea dei Ministri dei Trasporti (CEMT appunto), ciascun Paese ha a disposizione una quota di autorizzazioni rilasciate ai propri veicoli nazionali per effettuare trasporti in destinazione, in transito e multilaterali (secondo la regola dei tre viaggi ovvero partenza dal Paese di immatricolazione, tre tratte nei Paesi dell’area, ritorno al Paese di immatricolazione) in territori extra europei.

Le autorizzazioni CEMT devono accompagnare il veicolo lungo tutto il tragitto, dal carico allo scarico, e possono essere utilizzate solo da mezzi appartenenti a una determinata categoria Euro (4, 5 o 6): richiedono perciò l’accompagnamento di certificati tecnici e di sicurezza.

Questa soluzione però presenterebbe alcune problematiche:

Per risolvere il primo nodo, è stato già fatta richiesta da alcuni Paesi dell’UE, compresa l’Italia, di innalzare il numero delle autorizzazione CEMT per il 2019/2020.

Nel secondo caso, la FIAP valuta alcune degli scenari più probabili:

Tuttavia, si tratta sempre di ipotesi perché la situazione è tutt’ora incerta e sembra improbabile una risoluzione in tempi che non creino disagio alle imprese.

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