Autotrasporto, norme per contrastare la concorrenza sleale
Una delle problematiche più sentite nel settore dell’autotrasporto per conto terzi è la differenza di normative tra Stati, che ha spesso portato a situazioni di concorrenza difficili da sostenere, specie per le imprese più piccole.
I fenomeni che occorrono con più frequenza sono quello del dumping sociale e del cabotaggio:
- Per dumping sociale si intendono quelle pratiche che intenzionalmente sfruttano i lavoratori e negano i loro diritti, permettendo alle aziende di abbassare i costi operativi e di manodopera e quindi di adottare politiche di concorrenza sleale;
- Per cabotaggio stradale si intende la permanenza all’estero di veicoli ed operatori di trasporto per conto terzi, superando i limiti di temporaneità previsti per effettuare una spedizione fuori dai propri confini e quindi andando ad alterare l’ecosistema del mercato del Paese in questione.
Queste situazioni nascono in grembo all’Unione Europea, come paradosso all’interno del mercato unico che permette al contempo la libera circolazione di beni, capitali e persone, e la coesistenza di diversi standard sociali.
Proprio all’Unione Europea, gli autotrasportatori hanno chiesto di porre rimedio a questi squilibri ed abusi e negli ultimi mesi ci sono stati protratte trattative per affrontare la questione, soprattutto per via di una netta divisione tra la situazione dei Paesi Occidentali e quella dei Paesi Orientali: Europa dell’Ovest e dell’Est hanno costi del lavoro e normative molto diverse, che hanno portato all’intensificarsi di dumping e cabotaggio ed a minacciare le imprese di autotrasporto per conto terzi di altri Paesi.
In particolar modo, nel corso del 2018 i Paesi dell’Est avevano fatto fronte comune per poter applicare i propri salari anche agli autotrasportatori impiegati all’estero (anziché remunerarli con i tassi dello Stato di destinazione) e poter operare fuori dai propri confini anche per tre settimane di fila, confinando il riposo nella propria nazione d’origine alla quarta settimana del mese.
Le trattative in sede di Unione Europea per limitare una concorrenza giudicata sleale e per garantire una maggior sicurezza sulle strade a fronte di orari operativi privi di regolazione hanno portato nella primavera 2019 ad una revisione della normativa, che però dovrà essere confermata in sede di Commissione.
In particolar modo, si è lavorato sulle norme sui periodi e le modalità di riposo ed imposto che dopo tre giorni di trasferta all’estero l’autotrasportatore debba passare 60 ore nella propria patria; per verificare il rispetto di queste norme si è incoraggiata un’accelerazione nella diffusione dei tachigrafi intelligenti, permettendo così il monitoraggio sia della posizione (e quindi la prevenzione del cabotaggio) che dei periodi di riposo.
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