Novembre 19, 2019

Autotrasporti e inquinamento: le proposte sul tavolo

La crescente attenzione dell’opinione pubblica sui temi ambientali e la promozione di iniziative ecosostenibili a livello statale hanno portato a volgere lo sguardo verso il settore autotrasporti, trovando un’opposizione non indifferente.

Andando a vedere la manovra 2020, c’è infatti l’intenzione di abbattere la compensazione dell’IVA sulle accise per i veicoli pesanti di classe Euro 3 e 4, con un impatto sul settore pari a 350 milioni di euro.

Tuttavia, la proporzione di questa misura fiscale non trova un’adeguata giustificazione nella realtà dei fatti, come sostengono le associazioni di categoria e prima fra tutte Assotir, l’Associazione italiana imprese di trasporto.

Stando alle dichiarazioni di Assotir, un’iniziativa del genere penalizzerebbe un settore che sta già affrontando altre sfide (come quelle della concorrenza sleale) e addosserebbe sul trasporto su gomma una porzione eccessiva di responsabilità per l’inquinamento.

Infatti, anche se a livello europeo i mezzi pesanti impiegati dall’autotrasporto sono responsabili per il 15% delle emissioni di CO2, si tratta di una percentuale secondaria rispetto ad altri comparti ben più inquinanti, primo fra tutti quello residenziale.

Al contempo, non si può ignorare il fatto che il settore abbia compiuto passi da gigante in termini di abbattimento delle emissioni, con una diminuzione del 35,3% dal 1995 al 2017.

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Assotir ritiene quindi che, se l’intenzione è quella di contrastare l’inquinamento, la penalizzazione non è la strada giusta perché l’autotrasporto si sta impegnando in questa direzione, ma ci sono alcuni fattori intrinsechi che non si possono ignorare.

L’elettrificazione dei mezzi pesanti non è ancora una realtà: per quanto siano stati avviati progetti per supportarne la diffusione, le attuali limitazioni tecnologiche non consentono una completa decarbonizzazione del comparto, consentendo solo soluzioni ibride con costi elevati.

Proprio il tema delle spese sostenute dalle imprese dell’autotrasporto è al centro delle riflessioni di Assotir.

Il problema italiano è che l’età media dei mezzi è una delle più alte a livello europeo, pari a 13,5 anni: rinnovare tutto il parco veicolare adeguandolo agli standard odierni implicherebbe un investimento di 30/50 miliardi di euro.

Tuttavia, per rendere questo cambiamento realmente fattibile, serve il supporto statale non solo per l’acquisto del mezzo, ma anche riguardo alle imposte: un camion Euro 6 paga un eccesso di imposte ambientali di quasi 8mila euro ogni anno.

Abbattendo questi ostacoli si potrebbe seriamente ridurre le emissioni, visto che gli Euro 6 sono solo il 10% dei veicoli circolanti e raddoppiando questa cifra si raggiungerebbe un impatto prossimo allo zero.

Un’altra doverosa considerazione è che dei 5 milioni di veicoli pesanti in Italia, solo il 25% è di imprese di trasporto per conto terzi, mentre tutti gli altri sono in conto proprio e spesso effettuano spedizioni non a pieno carico: si calcola, infatti, che per trasportare la loro merce sarebbe sufficiente la metà dei veicoli.

Questo rimarca l’importanza di affidarsi a un’azienda specializzata nel trasporto merci, così da eliminare le inefficienze e al contempo sostenere la causa dell’ecosostenibilità.

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